addaviva2021bIl nostro viaggio lungo l’Italia, alla scoperta delle compagnie e delle realtà che lavorano per la promozione del rafting, prosegue oggi in Valtellina. Lungo le sponde dell’Adda da oltre trent’anni sono sempre di più i gommoni e gli appassionati che almeno una volta si sono avventurati tra le rapide e i paesaggi del territorio.

Tra questi, gli atleti e le guide dell’Adda Viva Indomita Valtellina River, nata nel 1994 da un gruppo di canoisti che hanno nel tempo abbracciato anche il rafting e gli sport outdoor. A presiedere questa realtà è Benedetto del Zoppo, uno dei dieci fondatori dell’associazione nonchè presidente FIRaft. 

Con lui oggi non parleremo però di Federazione; ripercorreremo invece il modo in cui il rafting è approdato in Valtellina: “Era il 1987 quando organizzammo la prima gara di rafting in Italia sull’Adda - spiega Del Zoppo - pionieri allo stato puro, così come lo furono gli atleti che decisero di partecipare e che contribuirono in maniera determinante a quello che fu il primo embrione agonistico del rafting nel nostro paese. Da quel momento in avanti, oltre alla canoa, anche il rafting acquisì sempre più importanza sull’Adda e decidemmo da subito di impostare la nostra realtà in maniera chiara”.

Una passione in primis, ma anche la voglia di provare a misurarsi con il cronometro e con il resto d’Italia e del mondo: “L’agonismo da noi ha sempre avuto un ruolo importante, così come l’attività sociale e basata sul far provare anche a persone con disabilità il rafting. Su queste due basi si è sviluppato poi tutto il discorso relativo agli sport outdoor e al turismo. Iniziamo a far provare le gare ai ragazzini fin dai loro primissimi anni in acqua perchè è in quell’età che divertimento e azione si coniugano al meglio. Nel rafting, così come in canoa, da bambini ci si diverte e il fatto di mettersi alla prova, di tanto in tanto, con gare e competizioni è uno stimolo in più. In tutto questo i bambini acquisiscono tecnica e dimestichezza con il mezzo che serviranno loro, poi, in futuro”. 

In che senso?

“Beh, nel momento in cui diventano più grandicelli e superano i 18 anni hanno sia la possibilità di continuare con l’agonismo, sia quella di affiancare alle gare e alla passione anche l’attività di guida. Che può dar loro un’ulteriore stimolo alla crescita e al confronto, oltre magari ad una piccola entrata economica che può però risultare fondamentale per coprirsi parte delle spese per gli studi o per altre attività. E grazie a questo la compagnia, con un investimento che parte fin da bambini, può poi beneficiarne nel momento in cui i ragazzi e le ragazze decidono di dare una mano, come guida o comunque restando nell’ambiente”.

Una crescita progressiva, negli anni, affiancata dall’importante sviluppo che tutto il turismo ha avuto in Valtellina e sull’Adda: “Accanto al turismo sono arrivati anche i grandi eventi che proprio sull’Adda, con grande impegno, abbiamo organizzato negli anni. Dal 2008 ad oggi abbiamo organizzato campionati europei e mondiali oltre che gare nazionali sia di canoa che di rafting. Eventi che siamo riusciti ad organizzare grazie anche ad una gestione del livello acqua in accordo con le autorità di riferimento con le quali oggi siamo in sintonia. Per la nostra attività, avere un buon feeling con gli altri portatori di interesse legati all’acqua è fondamentale ed è anche per questo che continuiamo a lavorare per migliorare ulteriormente queste sinergie. L’ideale sarebbe riuscire a navigare per tutta la stagione, e in orari consoni agli allenamenti. Ci stiamo lavorando e per farlo è inevitabile che i canali di comunicazione non possono chiudersi”. 

Tornando all’agonismo e alla crescita della compagnia, come siete strutturati? “Abbiamo due sedi, una a Castione Andevenno vicino a Sondrio e l’altra, a venti chilometri in direzione Bormio. Il tutto ci permette di coprire una quarantina di chilometri di fiume lungo i quali navigare, portare turisti e appassionati, e allenarci. Da diversi anni siamo la prima società d’Italia per risultati ed è un primato che ci inorgoglisce, ma al tempo stesso ci responsabilizza e ci dà lo stimolo per continuare ulteriormente su questa strada”. 

Rafting e canoa. E per il futuro? “Ulteriore sensibilizzazione al rispetto del fiume da parte di tutti. La nostra attività è stata importante, negli anni, anche per ridare dignità al fiume. Spesso in Italia i fiumi vengono usati come luoghi per scaricare qualsiasi cosa, senza rispetto. Sviluppare gli sport outdoor come i nostri permette di far vedere a più persone quello che invece il fiume può dare. Di bello, naturale e positivo. E questo aiuta a far si che sempre più persone “vengano dalla nostra parte”, capendo che il fiume e l’acqua sono fondamentali per tutti noi e vanno mantenuti puliti. Immagini come quelle che la Rai ha diffuso durante i mondiali assoluti di discesa di qualche anno fa hanno dato grande visibilità e luce alla Valtellina. E’quella la Valtellina che ci piace ed è per mantenerla integra che lavoriamo, ogni giorno, per far conoscere l’Adda e le sue bellezze”.